Dopo un mese siamo giunti ormai allo scadere del nostro VISA turistico in Cina e siamo dunque diretti verso una nuova destinazione… verso un altro Paese, con un popolo, una cultura e tradizioni differenti. Siamo pronti ed entusiasti all’idea del cambiamento.
Circa un mese fa eravamo sicuri di entrare in Nepal via terra attraverso il confine di Kodari, che collega il Paese con il territorio cinese del Tibet. Il nostro piano era quello di prendere il famoso treno che dalla città di Chengdu, in Cina, arriva a Lhasa, capitale del Tibet, raggiungendo un’altitudine di 4000 metri sopra il livello del mare. Avremmo poi sostato per alcuni giorni in questa terra, un tempo vera oasi di pace e spiritualità, per scoprire i monasteri e le cime dell’imponente Everest. Finalmente ci saremmo spostati verso Kathmandu, capitale dello Stato nepalese.
Fin dal principio, eravamo consapevoli che non avremmo più potuto vedere il vero Tibet, il Tibet libero che esisteva un tempo, prima che la furia cinese distruggesse quasi tutti gli edifici religiosi, sterminando i monaci e costringendo il Dalai Lama all’esilio. Il governo cinese ancora oggi impedisce il libero accesso degli stranieri alla regione, consentendolo esclusivamente a coloro che sono in possesso di uno speciale permesso, da richiedere con almeno 10 giorni di anticipo, e accompagnati da guide locali e poliziotti. Tutto ciò comporta l’acquisto di un “pacchetto”, di un tour, che generalmente va da un minimo di 3 ad un massimo di 18-20 giorni, e che prevede una sorta di visita guidata della zona. Eravamo consapevoli di tutto ciò, ma volevamo vedere da vicino, farci un’idea nostra di questa antica terra.
C’eravamo mossi con anticipo, contattando numerose agenzie turistiche, alla ricerca della soluzione ideale per noi. Uno dei punti saldi era avere la garanzia di poter attraversare la frontiera di Kodari via terra, una volta terminati i giorni di visita. Benché avessimo trovato su internet numerose immagini che immortalavano turisti all’atto del trasferimento verso il Nepal, tutti i tour operator hanno subito messo in chiaro che avremmo sì potuto visitare il Tibet, ma in alcun modo avremmo potuto uscire via terra da Kodari.
Secondo fonti ufficiali, il confine fra Tibet e Nepal risulta chiuso ai turisti da 17 mesi, in seguito ai danni che ha riportato la strada per un terremoto. 17 mesi in cui continuamente sono stati dati “falsi allarmi” che annunciavano un’imminente riapertura del border. 17 mesi in cui pare convenga dire che vi sono ancora dei problemi; sì, probabilmente è così, ma i problemi non riguardano sicuramente l’accessibilità della via, dato che cinesi e nepalesi possono transitarvi. I problemi, ancora una volta, questo è quel che a noi pare, sono legati al business.
Abbiamo deciso di scrivere questo post per denunciare una situazione davvero spiacevole che attualmente vi è in quella zona. Anche se l’abitudine, tendenzialmente, non è questa. Da tempo ormai i cinesi non fanno che distruggere e martoriare il Tibet… e noi glielo abbiamo concesso. Pochi hanno parlato, pochi hanno denunciato, perché essere amici della Cina conviene.
Noi, nel nostro piccolo, siamo stati accolti a braccia aperte da questa terra, ma per colpa della sua corruzione abbiamo dovuto rinunciare all’idea di viaggiare senza prendere voli aerei. Già, a soli due mesi e poco più dalla partenza, oggi saliremo su un aereo che da Hong Kong ci trasferirà direttamente a Kathmandu.
Indagando e comunicando con alcune persone che si trovavano in Tibet fino ad alcune settimane fa, abbiamo scoperto che dei modi per passare dall’ altra parte esistono eccome… allungando mazzette e dunque corrompendo le guide e la polizia. Il trasferimento costa circa 2000 dollari a testa, senza alcuna certezza sulla buona riuscita dell’operazione dato che, come dichiarano i corrotti stessi, si potrebbero creare degli intoppi. In caso di denuncia da parte di qualche ufficiale onesto, il rischio sarebbe quello di avere seri guai con la giustizia cinese.
Abbiamo riflettuto a lungo su questa situazione; l’idea di rinunciare così precocemente al nostro giro senza aerei ci ha fatto molto arrabbiare, ma d’altra parte non siamo disposti né a pagare cifre così folli, né tanto meno, in coscienza, a dare adito a questo business davvero poco onesto.
Abbiamo cercato passaggi via terra alternativi, tramite un infinito numero di agenzie, ambasciate e consolati. Ma pare non esistano. L’ingresso via terra in Myanamar si può fare, ma poi è necessario rientrare in Cina: così dice la legge, non escludiamo che anche qui si possa proseguire illegalmente per l’india. L’unica poteva essere entrare direttamente in Laos, ma ciò avrebbe comportato l’esclusione dal tragitto di Stati come l’India e il Nepal, cui non vogliamo in alcun modo rinunciare.
Dunque abbiamo preso la nostra decisione; a malincuore, ma sicuri di aver fatto la scelta migliore, per le nostre tasche e per il nostro spirito, voleremo da Hong Kong a Kathmandu. Stasera saremo in Nepal.