Transiberiana NO STOP

Il grande giorno arriva più in fretta del previsto. Il 14 settembre, alle ore 13.50, saliamo su un altro treno della Transiberiana. Questa volta siamo diretti ad Irkutsk, nei pressi del lago Bajkal, in Siberia. Anziché una sola nottata, ci aspettano ben 4 giorni di viaggio no stop, 4 fusi orari da attraversare e più di 5000 km da percorrere. Da oggi non avremo alcun tipo di contatto con il mondo, saranno concessi solo quelli con le persone che incontreremo. Siamo emozionati all’idea di affrontare questo lungo spostamento, nuovamente in terza classe.

Il posto assegnato è uno di quelli laterali, lungo il corridoio; un letto in alto e l’altro in basso, quest’ultimo facilmente trasformabile in due sedute con un tavolino centrale. Di certo lo spazio non è molto, ma riusciamo comunque a sistemarci per bene, riponendo gli zaini pesanti nell’apposito spazio sopra il letto superiore e tenendo a portata di mano due piccoli bagagli. I bagni sono situati in capo e in coda ad ogni vagone; sono minuscoli e poco profumati già in partenza, ma questi avremo a disposizione per lavarci, dato che non ci sono docce. Dovremo esercitare con destrezza “l’arte sopraffina della salvietta umidificata”.

Durante il viaggio, dai finestrini osserviamo una Russia diversa da quella delle grandi città, punteggiata di piccole casette, per lo più di legno, con tetti che talvolta sembrano “rattoppati”. Passata la stazione di Krasnoyarsk, la luce chiara del sole, finalmente alto dopo giorni di foschia e pioggia, ci permette di osservare dolci colline con abitazioni vivacemente colorate, ciascuna affiancata da un piccolo orto. Ci si chiede come sia possibile che restino in piedi durante il freddo inverno e a quali attività si dedichino le persone in luoghi così sperduti. Forse ai giochi di carte e al consumo di vodka? E poi prati, paludi, tantissime betulle e piccole stazioni dove signore di paese si avvicinano con secchi pieni di frutta e pinoli e vecchie carrozzelle in cui sono riposti vassoi di “piroshki” (fagottini ripieni di carne o verdura) e pesce essiccato. Quando la temperatura si alza all’interno del treno, talvolta l’aria è soffocante. Per questo diventa fondamentale scendere per sgranchire un po’ le gambe e respirare durante le pause più lunghe (che arrivano anche a 85 minuti di notte). Il vagone ristorante è una valida alternativa dove poter trascorrere il tempo, senza alcun obbligo di consumare e avendo la possibilità di ricaricare gli apparecchi elettronici, dato che in terza classe vi sono solo due prese a disposizione.

Il treno si ferma anche più di 20 volte ogni giorno; nel vagone si alternano moltissime persone. La maggior parte di esse è russa e passa buona parte del tempo sdraiata oppure banchettando a qualsiasi ora con zuppe, insaccati, cetrioli e noodles.

Un gruppo di militari, per lo più originari della Repubblica di Tuva, nei pressi della Mongolia, manifesta interesse nei nostri confronti, benché solo uno di loro riesca di fatto a comunicare in inglese. “Ferrari, Lamborghini, Fabio Grosso, Francesco Totti, spaghetti e maccheroni” sono le poche parole italiane che, tutto fiero, dimostra di conoscere. Indicano i nostri tatuaggi per sapere cosa rappresentano, ci chiedono la nostra professione, se stiamo insieme e se abbiamo figli. Loro ne hanno, nonostante la giovane età. Mostriamo foto delle città in cui siamo stati in queste prime settimane di viaggio, altre di famigliari ed amici; sui loro visi si aprono grandi sorrisi e gli occhi si riducono a una sottile fessura, tanto che pare stiano per scomparire. Al gruppo si aggiungono poi delle ragazze portoghesi residenti ad Abu Dhabi: un piacevole mix di persone, Paesi, culture, lingue e colori della pelle, che interagisce per il reciproco piacere di scoprirsi (nemmeno poi così diversi) o forse solo per trascorrere del tempo insieme.

Il viaggio termina sabato 17 settembre alle ore 03.47 del mattino, ora di Mosca (tutte le stazioni seguono l’orario della capitale); a Irkutsk sono le 08.47 e conviene cercare un locale dove fare colazione per sfuggire alla foschia siberiana che ci accoglie.

 

NOTA

Attualmente, dato il basso valore del rublo (1€ = 72,4₽ ), lo spostamento di 5193 km da Mosca a Irkutsk, in terza classe, costa 120 euro ciascuno.

Il costo complessivo del nostro viaggio con Transiberiana e Transmongolica è di 450€ a testa, per un totale di circa 8000 km (Tratte: San Pietroburgo-Mosca, Mosca-Irkutsk, Irkutsk-Ulan Udė, Ulan Udė-Ulan Bator, Ulan Bator-Pechino).

Nel vagone si ha accesso libero ad acqua fredda e calda; se volete risparmiare, è consigliabile salire a bordo con una piccola spesa, in quanto utilizzando l’acqua calda si possono preparare thè, caffè e zuppe di noodles. Nel vagone ristorante i prezzi sono comunque accessibili (birra 2 €, succo 1,50 €, colazione con pancakes e succo 3€, bistecca con uova e verdure 8€). Avendo un budget giornaliero da rispettare, non abbiamo potuto gustare di persona i piatti, ma altri clienti hanno dimostrato di gradire molto la cucina del treno (!!!).

È possibile prenotare i treni in autonomia su www.russiantrain.com, tuttavia in alcuni casi è più conveniente appoggiarsi ad un’agenzia. Noi l’abbiamo fatto per due delle cinque tratte, grazie ai preziosi consigli di Federico (e di Paola, che mi ha offerto il suo contatto); questo ragazzo torinese, durante la scorsa estate, insieme ad un amico, ha affrontato il lungo viaggio da Mosca a Pechino, effettuando tappe lungo il percorso, in Russia e in Mongolia.

Di seguito il video che racconta l’esperienza dei due ragazzi

 

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